Pensiamo che per essere bravi educatori, genitori o insegnanti, dobbiamo indottrinare, imprimere nella mente di bambini e ragazzi delle nozioni ben precise, dei valori esplicitati in regole ben verbalizzate, una cultura fatta di successioni mnemoniche di fatti e formule. Così i bambini (i più "bravi") sanno tutto e si comportano come devono.
Qual è il problema in tutto questo? Il problema è che i veri bisogni dell'uomo sono l'essere nutrito (nel corpo, nell'anima e nello spirito) con la vicinanza, l'amore, la bellezza e autoaffermarsi come Io unico e irripetibile, autoriconoscersi e posizionarsi in pienezza nel mondo. Ora se noi guardiamo al futuro, alla società e alle regole che essa impone non possiamo che volerci affrettare nel metodo educativo e didattico con cui ho aperto il post. In questo modo pare che la collocazione di ciascun bambino e bambina nel mondo sia avviata e sicura. Ma così facendo non ci domandiamo affatto come tale collocazione possa avvenire nel pieno rispetto dell'interiorità del bambino e della bambina stessi, anzi in modo che essa sia davvero stimolata a crescere e a venire espressa all'esterno in piena libertà e consapevolezza.
Insegnare delle lezioni è e deve essere una minima parte del lavoro dell'educatore, spesso nemmeno parte visibile. Prima di tutto vanno gettate le basi per una consapevolezza di se stessi, del mondo fuori, di ciò che di bello può esserci, per stupirsene ed esserne grati. Una scuola che non è in grado di fare ciò è una scuola morta, che stimola solo una memoria cerebrale scollegata dalla memoria animica. Ma se queste due memorie non si legano assieme attraverso l'esperienza e per mezzo di un'arte dell'educazione fatta di talenti, nulla potrà far presagire un futuro migliore. Avremo uomini frustrati e ancor prima bambini arrabbiati, che odiano l'istituzione scolatica e, di conseguenza, il sapere che ad essa collegano.
Bisogna uscire dai banchi, uscire dalle mura, uscire dai vecchi schemi. Solo genitori coraggiosi saranno in grado di prendere decisioni così difficili e importanti, oltre il prodotto e verso la sostanza più vera.
giovedì 3 novembre 2016
Verso la sostanza
sabato 15 ottobre 2016
Vivi come sei
martedì 11 ottobre 2016
La povertà interiore
venerdì 30 settembre 2016
Outdoor
martedì 27 settembre 2016
Il senso estetico
martedì 13 settembre 2016
Il suono di una nuova speranza
domenica 11 settembre 2016
La rivoluzione comincia da se stessi
venerdì 26 agosto 2016
Io ci credo
mercoledì 17 agosto 2016
È oggi
Lottate sempre. E imparate ad apprezzare ogni piccola cosa che Dio vi regala. Perché anche se non ci credete, tutto ciò che di bello c'è intorno a voi, la natura, il cielo, le stelle, i sorrisi, sono un dono per voi. Sono un dono per te.
I bambini riescono ad essere felici perché sanno vedere tutto questo. Hanno come un radar che percepisce ogni minima cosa bella. Noi, invece, stiamo a pensare a come sbarcare il lunario, a come sopravvivere nella giungla della vita, a come salvarci dalla cattiveria, a come arrivare dove vogliamo. Ma il viaggio è lungo. E poi non è detto che quando ci arriveremo saremo felici.
La felicità è adesso, è dentro chi sa vedere il bello, a chi sa valorizzare ciò che ha e disporlo verso l'esterno.
Apprezziamo la vita, tiriamo fuori il meglio, smettiamola di nasconderci, abbiamo il coraggio di essere quello che dobbiamo essere.
Non rimandare a domani. Il giorno della grazia è oggi. Il giorno della scelta verso la tua vera essenza è adesso.
lunedì 8 agosto 2016
Il sentiero della felicità
sabato 9 luglio 2016
Sulla strada giusta: l'essenza
domenica 19 giugno 2016
Dio attraverso le cose e i gesti
domenica 29 maggio 2016
La calma, l'attesa, il mistero, l'impossibile
giovedì 5 maggio 2016
Bambini altamente sensibili
mercoledì 4 maggio 2016
La forza creatrice della parola
giovedì 28 aprile 2016
La pedagogia deve contagiare tutti
venerdì 22 aprile 2016
Una vita piena. Educazione e sacralità.
lunedì 18 aprile 2016
Il coraggio di cambiare
lunedì 11 aprile 2016
Autoeducazione: il potere dell'amore
Credo nella possibilità di un risveglio sociale generato dal desiderio di ripensare all'educazione e ai bisogni dei più piccoli partendo dall'autoeducazione.
Dovremmo quindi paralizzarci? No, dobbiamo muoverci verso l'integrità e la nostra libertà interiore, emotiva e spirituale, mentre educhiamo. Non possiamo smettere di educare cercando la nostra perfezione, ma non dobbiamo esimerci dall'autoeducarci per andare nella giusta direzione.
Un educatore che non si fa domande è distruttore del bene di chi educa, ma un educatore completamente imperfetto dotato di autocritica e voglia di crescita e cambiamento può essere fonte di ispirazione per molti bambini. E ciò è possibile solo per mezzo dell'amore.
Anche quando un genitore sceglie una scuola o un luogo educativo, egli non deve credere di star delegando, ma deve vivere questo affido temporaneo come una presa di responsabilità fatta di partecipazione e fiducia. Genitori ed educatori/insegnanti devono avere un sentire comune e andare nella medesima direzione. Devono essere in qualche modo presenti con la propria anima anche quando fisicamente non ci sono. Ecco allora che non si sta demandando o scaricando dei compiti, ma si sta faticosamente lavorando in accordo interiore per una felicità diffusa. Questo è il potere dell'amore.